Lettering fonts, Tipografia
Aldo Manuzio, il libro moderno
Nel 1501 Aldo Manuzio adottò per la pubblicazione dei testi classici un formato in ottavo tale da sostituire gli ingombranti volumi in quarto e da poter essere venduto a prezzo modico.
Le edizioni Aldine vennero impreziosite dal carattere “corsivo” con i punzoni che il bolognese Francesco Griffi fornì ad Aldo, quel tipo di carattere minuto ispirato alla scrittura umanistica corsiva chiamato per molto tempo aldino o italico e che ha costituito un riferimento costante per ogni studio formale dei tipi mobili nei due secoli successivi. Oltre che per il formato e il carattere, le edizioni aldine sono famose per la correttezza del testo, la raffinatezza della carta e delle legature (legature aldine), preparate probabilmente nella sua stessa officina, in marocchino nero, rosso e verde, con il piatto ornato di filetti paralleli, di cui uno o due impressi in oro. Con questi tipi venne stampata l’Eneide di Virgilio, considerata il prototipo del libro moderno. Seguirono le edizioni dei massimi scrittori greci, latini e volgari, antichi e moderni.
Nelle sue prime edizioni si firmava latinamente Aldus Mannucius, dal 1493 Manucius e dal 1497 Manutius adottò per primo una marca tipografica, rappresentata dall’ancora col delfino: la solidità e la velocità.
Umanista, editore e tipografo (Bassiano Romano, Velletri, ca. 1450 – Venezia 1515) Aldo Manuzio, dopo avere studiato il latino a Roma, studiò il greco a Ferrara, sotto la guida di Giovanni Battista Guarino (o Guarino Veronese, alias Guarinus de Guarinis); fu poi alla corte di Carpi, come precettore dei nipoti di Pico della Mirandola. Nel 1490 si trasferì a Venezia e, dopo un apprendistato presso la tipografia di Andrea Torresani (di cui sposò la figlia e al quale si associò, dal 1508), iniziò un’attività in proprio inaugurata dalla pubblicazione (1495) degli Erotemata di Costantino Lascaris. Continuò con una serie di splendide e insuperate edizioni, tra cui la celebre Hypnerotomachia Poliphili (1499), uno dei capolavori dell’illustrazione del libro, avvalendosi della collaborazione dei più famosi umanisti del tempo, che riunì nell’Accademia Veneta, da lui fondata nel 1502.
Editore di numerosi testi, soprattutto greci e latini (Aristotele, 1498; Lucrezio, 1500; Demostene, 1500; Platone, 1513) ma anche italiani (Dante, Poliziano, le Epistole di Caterina da Siena) e autore di una grammatica greca e di una latina, favorì la diffusione dell’ellenismo.

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